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Neonati: già a tre mesi estrapolano regole dalle immagini


Mostrando loro una sequenza di tre oggetti e poi cambiandone l'ordine, i bambini si accorgono della differenza. Un risultato che finora era emerso soltanto a partire dai suoni e non dagli stimoli visivi GIÀ A TRE o quattro mesi di vita, i bambini riescono ad estrapolare delle regole a partire da semplici illustrazioni. Lo ha svelato uno studio, guidato dalla Nortwestern University, che mostra come a questa tenerissima età, i piccoli possano essere sensibili a semplici stimoli visivi e non soltanto ai suoni emessi dagli adulti. Lo studio aggiunge un tassello alla comprensione dei meccanismi di apprendimento dei neonati, un mondo ancora in gran parte sconosciuto. I risultati sono stati pubblicato su Plos One. . LO STUDIO Evidenze precedenti hanno messo in evidenza che i bambini di quattro mesi sono in grado di riconoscere sequenze di suoni, soprattutto vocali, ma fino ad oggi non erano risultati in grado di farlo anche con le immagini. Per studiare meglio la questione, i ricercatori hanno svolto un test comportamentale su 40 neonati di 3, 4 o 5 mesi, per capire se riuscivano a trarre delle regole da stimoli visivi. Ai piccoli venivano mostrate illustrazioni contenenti semplici sequenze di oggetti, in particolare un disegno con tre cani, messi in fila, un terrier (cane A), un setter (cane B) e un terrier (A), in questo ordine da sinistra a destra. Il disegno veniva mostrato loro più volte. In seguito, veniva presentata loro un'altra immagine, che poteva contenere il disegno noto – cioè la sequenza di cani ABA – oppure un'altra immagine, contenente gli stessi oggetti ma disposti in ordine diverso, un terrier, un terrier e un setter, cioè una sequenza AAB. . I RISULTATI A questo punto, i ricercatori misuravano il tempo con cui i bambini guardavano l'una e l'altra sequenza di cani, quella familiare e quella nuova. “Questa tipologia di test – ha spiegato Laura Sparaci, ricercatrice presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) – basata sull'abituazione e sulla misurazione del tempo di osservazione dello stimolo è spesso utilizzata nei neonati, nei quali l’attenzione visiva fornisce una misura della familiarità dello stimolo in assenza di comunicazione verbale”. In base ai risultati, i piccolini guardavano per più tempo l'immagine contenente la sequenza ABA, quella cioè più familiare, un segnale che riconoscevano lo stimolo visivo e vi si soffermavano. Tuttavia, all'aumentare dell'età – passando dai 3 ai 5 mesi di vita – cresceva anche l'attenzione verso la nuova sequenza, AAB, indicando probabilmente, secondo gli autori dello studio, che mano a mano che si va avanti lo stimolo viene elaborato con maggiore facilità e il bambino passa ad osservare l'immagine nuova. “Il risultato è interessante – commenta Sparaci – perché fornisce informazioni sulla percezione visiva dei bambini, ancora poco esplorata. Se esteso ad oggetti, persone e azioni svolte nel mondo reale potrebbe dare indicazioni sui modelli di apprendimento visivo in questa tenerissima età”. Inoltre, il fatto che le immagini vengano mostrate contemporaneamente, con una sequenza di oggetti, prosegue l'esperta, riproduce uno scenario che si avvicina a quello reale, dove giocattoli ed altri oggetti sono simultaneamente presenti sul campo visivo. • IL LIMITE DELLO STUDIO “Il limite di questo ed altri studi in laboratorio su bambini così piccoli – aggiunge Sparaci – è che la struttura del test comportamentale viene validata svolgendo lo stesso test prima sugli adulti, come è avvenuto in questo caso. Spesso si è costretti ad utilizzare questo metodo poiché non si hanno dati sufficienti sui bambini, ma significa comunque voler misurare le capacità del piccolobasandosi su capacità presenti nella vita adulta, mentre sarebbe preferibile partire dall’universo del bambino”. Un aspetto, questo, che indica quanto poco sappiamo del mondo dei neonati. Ma il risultato rimane comunque di interesse, conclude Sparaci, dato che dimostra competenze visive e di estrapolazione di regole affinate già nei primi mesi di vita, quando ancora la visione è sfocata e lo spazio di azione del bambino ancora limitato da vincoli motori.

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